Vi racconto le mie piccole battaglie per una Pietra migliore (3. Spiagge libere)


Probabilmente la madre di tutte le mie piccole battaglie. Le spiagge libere di Pietra Ligure sono sempre state un punto fisso nella mia agenda, sia in qualità di consigliere di minoranza sia in qualità di semplice cittadino.

Se è vero che siamo un paese a vocazione turistica (ed è così), allora nei nostri lidi non possiamo permetterci imperfezioni non solo funzionali, ma anche estetiche. Dobbiamo essere belli da vedere e da vivere, ogni giorno, proprio come al "primo appuntamento". Sono cresciuto nelle spiagge di Pietra Ligure. Ci ho lavorato. Sono state semplicemente la mia seconda casa.

Tante, troppe, le problematiche che si ripresentano con una impeccabile costanza ogni anno.

- Pulizia e decoro
- Servizi
- Rispetto delle normative vigenti: ( per es. abusivismo commerciale e "turisti fantasma")

E ne ho citate solo alcune, probabilmente le più evidenti, e che riguardano soprattutto le spiagge libere.

ANDIAM, ANDIAM, ANDIAMO A DIFFERENZIAR!

Proprio nei lidi ad accesso gratuito, nel 2012, insieme ad un gruppo di amici organizzammo una vera e propria spedizione di volontari - divisi in squadre - per tenere pulite ed ordinate le spiagge libere di Pietra Ligure nei due mesi più caldi (in tutti i sensi) della stagione. Armati di guanti, retini e tanta buona volontà, si andava una volta alla settimana a ripulire le spiagge libere da cartacce, plastiche, cicche di sigarette, operando meticolosamente la raccolta differenziata. È stata semplicemente una delle più belle iniziative di questo genere sul nostro territorio. Unica nel suo genere, perché non concentrata in una sola giornata, ma calendarizzata sistematicamente a mo di work planning. Perché i social sono belli e utili, ma scendere in campo, metterci la faccia e "fare" lo è ancora di più.


"SCUSI, MA IL BAGNO È RISERVATO AI CLIENTI DELLA SPIAGGIA PRIVATA"

Tratto da un'incredibile storia vera, questa scena si ripete con precisione svizzera durante ogni singola stagione estiva. I clienti delle spiagge libere, orfani di un bagno pubblico mai esistito o semplicemente inaccessibile, provano a fare gli "gnorri" fischiettando e tentando l'accesso nel bel bagno (con tutti i comfort) della spiaggia privata accanto. Peccato, però, che i clienti di quella spiaggia paghino per avere quel servizio. O mio Dio...

EUREKA!!!!!!! 

E se facessimo pagare qualcosina anche ai clienti delle spiagge libere, anche una cifra "simbolica", per dare loro i servizi tipici - quanto meno quelli basilari - di una spiaggia privata?! Pensate, i clienti della spiaggia libera potrebbero anche avere un bagnino tutto loro da "molestare", un bagno e una doccia degni di questo nome, più controlli, una sabbia ripulita da sporcizie e tirata a lucido ogni sera...e molto altro ancora. In altre parole: è meglio gratis, con pochi o scarsi servizi, pulizia e decoro che "le faremo sapere", oppure...oppure pagare qualcosina per avere quanto meno i servizi minimi per una località a trazione turistica come la nostra?

È questo che mi sono sempre chiesto in questi anni di "monitoraggio" della situazione sulla nostra spiagge libere. Perché - a mio modesto parere - non ci possiamo accontentare di quello che la natura ci ha regalato, ma dobbiamo fare di tutto per valorizzare ogni singolo angolo del nostro paese. Le nostre spiagge devono essere - insieme a tutto il resto - il nostro fiore all'occhiello. E non solo per tre mesi all'anno, anche perché ormai la stagione inizia prima e finisce dopo, la gente scende e paga fior di quattrini per fare 4-5 ore di autostrada e per sedersi due ore in riva al mare a bersi un caffè. 

Va bene l'outdoor. Va benissimo, non bene. Ma non dimentichiamoci il motivo principe per cui i turisti ci vengono a trovare. 

IL CURIOSO CASO DEGLI OMBRELLONI FANTASMA 

Penso di averne parlato in tutte le salse, tanto da arrivare alla satira, con una serie di video in cui cerco di riderci su. Vi consiglio di leggere questo mio pezzo (cliccando QUI): probabilmente uno dei migliori dello scorso anno. Insomma, c'è una normativa che parla chiaro e che non permette in alcun modo di lasciare oggetti incustoditi nelle spiaggia libere (ombrelloni, sdraio, lettini, ecc.). Eppure la regola, ogni anno, è quella che vedete qui sotto. 



Un'altra piaga è l'abusivismo commerciale. Anche qui, su questo blog ho davvero sprecato l'inchiostro digitale (tipo nell'articolo QUI). La Polizia Municipale del nostro Comune, in questi anni, ha dimostrato di esserci più e più volte. Ma i nostri agenti non possono fare tutto da soli. Ci vuole la collaborazione della gente, che non deve assolutamente comprare o farsi avvicinare da chi vende materiale contraffatto, e ci vuole il supporto anche di tutte le altre forze dell'ordine: penso, ovviamente, alla Capitaneria di Porto, ma non solo. 

TUTTO FA BRODO

Capite, quindi, che un paese come il nostro non si può permettere sgarri quando si parla di decoro, servizi, pulizia. Insomma, ci vuole davvero un occhio di riguardo per queste cose. E se poi, a tutto ciò, ci aggiungessimo anche un po' di buon gusto, beh, non sarebbe niente male. La prossima amministrazione comunale, a mio avviso, dovrà farsi carico di rendere ancora più bella la nostra città, da ponente a levante. E le spiagge, in questo senso, sono uno dei patrimoni più importanti, che dobbiamo salvaguardare e valorizzare 365 giorni l'anno. Perché il risultato migliore non è nient'altro che la somma di tanti piccoli sforzi quotidiani.

Nicola Seppone

Commenti

  1. prova a passarci di notte sulla spiaggia libera che pubblichi in foto: dato che ti preoccupi dei venditori ambulanti, ne troverai di non meno abusivi e con una clientela minorenne che andrebbe tutelata ben più delle sciurette che si comprano la borsetta finta.

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