Quando a Pietra venivano premiati i castelli di sabbia più belli...

In questi giorni, scartabellando un po' fra i vecchi articoli di mio nonno, ho ritrovato una notizia molto curiosa: "Il più bel castello di sabbia premiato al concorso di Pietra".

L'articolo è datato giovedì 30 giugno 1966: sono passati pochissimi anni dalla fine del secondo conflitto mondiale e a Pietra Ligure, come in tante città italiane, si torna a parlare di futuro. Molte opere, che ancora oggi vediamo camminando in paese, vengono costruite proprio in quel periodo. Dopo gli anni bui della guerra, la città torna a vedere la luce. È ancora troppo presto per ricordare. Le ferite sono ancora fresche. Ci si rimbocca le maniche in quegli anni. E si ricostruisce. Bisogna ripartire: costi quel che costi.

Così, un po' come accade ancora oggi, durante la stagione estiva la riviera si trasformava nel luogo della spensieratezza e del relax. Proprio in quegli anni Pietra Ligure stava per conoscere quello che sarebbe stato un vero e proprio boom turistico. È un risultato che veniva percepito anche a colpo d'occhio, stagione dopo stagione. E tutte le opere che di lì a poco verranno realizzate non faranno altro che arricchire l'offerta turistica trasformandola, in poco tempo, in una sbalorditiva fonte di guadagno per gli operatori del settore. Una macchina promozionale che, nel corso negli anni, è stata in grado di fidelizzare generazioni di turisti (lombardi, piemontesi e...stranieri). Complice la natura, che ci ha regalato questo incantevole angolo di Liguria tra mari e monti, e grazie alla lungimiranza di chi riuscì a fare di necessità virtù, oggi la Riviera ligure - anche se tra alti e bassi qualitativi - non ha più bisogno di presentazioni.

Guardando la foto di quell'articolo emerge con prepotenza la bellezza delle piccole cose della vita che, in quegli anni, erano protagoniste assolute della nostra società. Non è soltanto il fascino di un'epoca che oggi guardiamo con rispetto lasciandoci andare, spesso, a veri e propri momenti "nostalgia". C'è qualcosa di più in quello scatto. È un po' come se una grande onda, all'improvviso, avesse spazzato via uno di quei castelli di sabbia. Il lavoro frutto della fantasia di qualcuno, costato tempo e fatica, e distrutto per sempre. E viene quasi spontaneo pensare alle case dei nostri nonni, distrutte da una bomba caduta dal cielo.

Ma ancora una volta sono i bambini ad insegnarci qualcosa. Anche se l'onda ha distrutto quel castello, il giorno dopo, loro torneranno e ne costruiranno un altro. Magari più grande. La giuria premierà "il castello più bello"... e noi dovremmo premiare tutti loro per la forza e la speranza che ci danno ogni giorno.


Nicola Seppone





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