Se scrivi con la "k" al posto della "ch" non capisci un ca...caspita un lavoro, per me?
Qualche settimana fa, all'interno di un gruppo Facebook, ho letto un'offerta di lavoro. Il testo della proposta lavorativa conteneva una "k" al posto di una "c". Tipica deformazione professionale degli utilizzatori dei vecchi SMS. All'epoca, una "ch" in meno (per non parlare delle parole scritte tutte attaccate, roba che gli hashtag di oggi possono davvero accompagnare solo), era fondamentale per evitare di sconfinare nel secondo messaggio.
E belin, i messaggi erano contati, altro che uozap, oggi.
Vabbè vabbè, ad ogni modo, non è questo il punto. Sotto l'offerta di lavoro, ad un certo punto, arriva il commento bacchettone di una persona indignata per via di quella "k" all'interno di una proposta di lavoro. Come dire, se già scrivi con la "k" non mi sai di molto affidabile come datore di lavoro.
WOW.
Insomma, la "k" is the new parametro per valutare l'affidabilità o meno del datore di lavoro. E il lavoratore, o meglio l'aspirante lavoratore, veste i panni dell'eroe che si immola per difendere la lingua italiana da una catastrofe che avrebbe potuto generare chissà quanti lavoratori ignoranti, capitanati da un datore di lavoro che scrive con la "k"! Aaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhh....
WOW.
Ma i bacchettoni sono ovunque, è vero. State già immaginando quella volta che avete scritto "o" senza "h" e vi siete precipitati sul tasto modifica (che poi ora c'è pure la cronologia delle modifiche quindi ce l'abbiamo nel c...loud) per evitare il commento del vostro amico del tipo "e la acca?" ..."e una enorme padella antiaderente di cazzi tuoi?!".
Dai, chi non sbaglia? Siamo umani, no?
Ma non confondiamo i piani. Un conto è dimenticarsi una "h" un conto è scrivere volutamente una "k" al posto di una "c", no? Eppure, nell'oceano di stronzate visibili quotidianamente su Facebook, fa quasi strano leggere un aspirante lavoratore bacchettone che si preoccupa di correggere un ipotetico datore di lavoro. Così come fa sorridere il "correttore automatico umano" che appare sotto i vostri commenti per avvisarvi del vostro errore con la simpatia e la delicatezza della signorina Rottermeir.
C'è modo e modo,
c'è momento e momento,
per far notare certe cose.
E belin, i messaggi erano contati, altro che uozap, oggi.
Vabbè vabbè, ad ogni modo, non è questo il punto. Sotto l'offerta di lavoro, ad un certo punto, arriva il commento bacchettone di una persona indignata per via di quella "k" all'interno di una proposta di lavoro. Come dire, se già scrivi con la "k" non mi sai di molto affidabile come datore di lavoro.
WOW.
Insomma, la "k" is the new parametro per valutare l'affidabilità o meno del datore di lavoro. E il lavoratore, o meglio l'aspirante lavoratore, veste i panni dell'eroe che si immola per difendere la lingua italiana da una catastrofe che avrebbe potuto generare chissà quanti lavoratori ignoranti, capitanati da un datore di lavoro che scrive con la "k"! Aaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhh....
WOW.
Ma i bacchettoni sono ovunque, è vero. State già immaginando quella volta che avete scritto "o" senza "h" e vi siete precipitati sul tasto modifica (che poi ora c'è pure la cronologia delle modifiche quindi ce l'abbiamo nel c...loud) per evitare il commento del vostro amico del tipo "e la acca?" ..."e una enorme padella antiaderente di cazzi tuoi?!".
Dai, chi non sbaglia? Siamo umani, no?
Ma non confondiamo i piani. Un conto è dimenticarsi una "h" un conto è scrivere volutamente una "k" al posto di una "c", no? Eppure, nell'oceano di stronzate visibili quotidianamente su Facebook, fa quasi strano leggere un aspirante lavoratore bacchettone che si preoccupa di correggere un ipotetico datore di lavoro. Così come fa sorridere il "correttore automatico umano" che appare sotto i vostri commenti per avvisarvi del vostro errore con la simpatia e la delicatezza della signorina Rottermeir.
C'è modo e modo,
c'è momento e momento,
per far notare certe cose.
Nicola Seppone
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