TOC TOC, C'È MICA IL SIGNOR RISARCIMENTO?

Si parla del risarcimento dei danni derivanti dall'alluvione...

attimo di suspance, 

musichetta in sottofondo che sale rapidamente...

frastuono improvviso...con apparizione nel cielo della faccia di Clint Eastwood con il cappello...

Del 2014.


Qualche giorno fa ad Albenga si è riunito un importante Tavolo Verde al quale hanno partecipato alcuni rappresentanti delle istituzioni e delle aziende del settore agricolo duramente colpite dall'alluvione del 2014. A distanza di quasi due anni e mezzo dai fatti che sconvolsero il nostro territorio, le piccole aziende liguri si sono dovute rimboccare le maniche per far fronte alle ingenti spese finalizzate a riportare il ciclo produttivo alla normalità.

E qui è lo Stato che deve venire incontro a queste esigenze - ovvio - no?

Ma oggi parlare di Stato che cosa vuol dire? Europa? Governo? Regione Liguria? Chi si deve andare a cercare per ottenere CONCRETAMENTE un risarcimento per i danni subiti?

Se siete certi della risposta provate a recarvi dal soggetto che avete individuato, scoprirete l'ingresso principale per "Benvenuti a Menebattoilbelinlandia, il fantastico mondo dove puoi dare la colpa a chi ti pare". L'ingresso è gratuito e le attrazioni sono praticamente infinite.

Per una piccola realtà produttiva colpita da una calamità naturale come l'alluvione, conta solo ottenere il risarcimento nel minor tempo possibile.

Punto.

L'iter burocratico che porta alla disponibilità della somma risarcibile, poi, dovrebbe essere uno dei più celeri del mondo anche perché, diversamente, verrebbero meno tutti i bei principi sanciti qua e là in Costituzione. Per esempio?

Art. 36 Costituzione: "Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa"

Come posso tendere ad una retribuzione simile se di fatto lo Stato mi lascia nelle condizioni (anche se momentanee ma cruciali per la vita dell'azienda) di doverci rimettere di tasca mia per rimettermi in piedi? E se pensate alla figura del lavoratore come una figura distante da quella dell'imprenditore agricolo, non scordate che mai come in questo settore, l'imprenditore è esso stesso un lavoratore, se non il "primo" lavoratore, che porta lavoro in famiglia e magari anche a qualche fortunato dipendente.



Non possiamo considerarci un paese veramente avanzato se lasciamo camminare sopra ad una sottile lastra di ghiaccio tutte le famiglie che si trovano in difficoltà e che vivono grazie al lavoro della loro azienda fatta crescere nel tempo con tanti sacrifici.

È impensabile che un argomento di questo tipo non trovi uno spazio dignitoso su tv e giornali nazionali mentre si discute (si discute!!!..."no Maria, io esco") DELL'ASSUNZIONE DI UNA DONNA INCINTA!!!! Ma di che stiamo parlando?!

Quando si parla di "risarcimenti" la parola d'ordine dovrebbe essere "immediatezza", invece  oggi, quando pronunciamo la parola "risarcimento" , ci immaginiamo di dover attraversare una giungla a piedi nudi durante un nubifragio (in compagnia di Solange).



Nicola Seppone

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