Riaprire non basta, dobbiamo ricominciare da noi: compriamo pietrese
Il 9 marzo 2020, data di inizio del lockdown in Italia, è ormai un ricordo e - da diverse settimane - i rigidi protocolli imposti dal Governo hanno iniziato a sciogliersi come neve al sole.
Durante la fase emergenziale più acuta abbiamo assistito ad una vera e propria luna di miele tra l’esecutivo e l’opinione pubblica. Un momento breve ma intenso, che, tuttavia, presto ha iniziato a trasformarsi in un sentimento di insoddisfazione. Serrande abbassate, cassetti vuoti a fine mese, tasse da pagare e bocche da sfamare.
La curva dei contagi ha iniziato a inabissarsi, ma ora sono i cittadini a dover riemergere da un’apnea che dura da troppo tempo. C’è un gran bisogno di ossigeno. C’è un gran bisogno di lavorare. Ed ecco il graduale allentamento delle misure restrittive che domani, lunedì 18 maggio, culminerà nella riapertura di moltissime attività chiuse - in alcuni casi - da mesi.
La paura cede il posto al desiderio di tornare a vivere una vita normale, ma che normale non sarà più. Riaprire in sicurezza non basta. L’economia deve tornare a girare, ma le nuove regole - e le comprensibili paure di molti - saranno l’ostacolo più grande da superare.
Ecco perché oggi più che mai sarà VITALE fare quadrato tra noi. Fare colazione al bar, comprare l’elettrodomestico dal negozio sotto casa (e non su Amazon), ordinare o andare a mangiare una pizza in un locale diverso ogni volta. In due parole, CONSUMIAMO PIETRESE.
Se ad avere la meglio saranno, come spesso capita nella vita, le contrapposizioni e il macabro desiderio di veder fallire un concorrente, ne usciremo tutti sconfitti.
Da domani percorrete Pietra da ponente a levante, scoprite le attività aperte, spendete qualcosa (anche poco) e diamoci una mano. Ne avremo bisogno tutti.
Nicola Seppone
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