L’umorismo non danneggia il turismo: la maleducazione e la mancanza di servizi, sì
Sempre più frequentemente, comici e cabarettisti liguri basano i loro spettacoli sul rapporto che intercorre tra il turista e il ligure. Le battute, in alcuni casi, sono estremamente forti e dirette, arrivano al punto e conquistano il plauso - reale o social - del pubblico. Un filone, quello della satira ligure, che insegue sempre più spesso la battuta scorretta rivolta agli ospiti lombardi e piemontesi (ma non solo, eh). Dal celebre #CiaoMilano dei “Pirati dei Caruggi” all’ultimo, ma non ultimo, #MilanoSuca del comico Andrea Di Marco, l’umorismo su questi luoghi comuni è diventato virale e, di conseguenza, diffusamente apprezzato. Anche dai turisti stessi.
Tra l’altro, gli stessi comici di cui sopra (alla pari dei loro colleghi a diffusione nazionale) nello scrivere i loro spettacoli non raramente prendono spunto dai meme pubblicati sui social: instagram e facebook su tutti. I meme, oggi, sono diventati un veicolo di diffusione di messaggi lapidari, spesso capaci di celare tra le righe belle/tristi realtà, a seconda dei casi. I meme, talvolta, sono capaci di condensare in una sola immagine messaggi che, diversamente, necessiterebbero di letture più argute per essere spiegati/capiti.
Questa premessa mi serve per mettere l’accento sulla centralità dei meme nel mondo dei social. Scendendo nel dettaglio, poi, bisogna precisare che esistono meme e meme. Il buono e il cattivo gusto sono, da questo punto di vista, due parametri prettamente soggettivi. Di qui non si scappa. Sempre più spesso, quindi, mi capita di leggere alcuni commenti indignati scritti da turisti e residenti, che non vedono di buon occhio la satira fatta sui vacanzieri nostrani. “Così li facciamo scappare”. “Certo, continuate pure: vedrete che l’anno prossimo se ne andranno in Sardegna”. Questi, a titolo esemplificativo, alcuni commenti tipici.
Tralasciando il sottile confine che esiste tra ciò che è considerato “simpatico” e ciò che è considerato “sopra le righe”, sono convinto che l’ipotetico calo di turisti nel nostro territorio non sia dovuto al meme che prende bonariamente in giro il turista. No. In realtà, forse, i motivi vanno ricercati nella scarsa qualità di servizi offerti e nella maleducazione di alcuni operatori turistici (alcuni, non tutti, leggete bene). Siamo sempre lì, poi: ci sarà anche il turista maleducato, indubbiamente. Ma TU, commerciante, se non sai sorridere, se non sai fare accoglienza, se non sai spingerti oltre il minimo sindacale (non parliamo di Mirabilandia, ma anche di quei piccoli gesti che fanno la differenza), TU non hai scuse. Perché se lavori nel turismo, se campi di turismo, allora devi cercare di fare la tua parte al meglio. E fanculo i turisti maleducati, poi.
Quindi basta con questo luogo comune del “meme” danneggia turismo. Non sta proprio in piedi. Alcuni comici liguri hanno fatto la loro fortuna sfottendo (evidentemente senza reale malignità) i turisti. E il paradosso (che poi, tutto sommato, paradosso non è) è che sono proprio i turisti, i bersagli di quelle gag, i primi a sedersi in prima fila ai loro spettacolari per ascoltarli e applaudirli.
Un meme non ha mai “ucciso” nessuno. Tanto meno l’economia di un paese.
La maleducazione e l’assenza di servizi (o la loro scarsa qualità), sì. Eccome.
Nicola Seppone
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