Il giorno prima

Domani. Ancora poche ore e sarà già passato un anno da quel maledetto giorno. Le parole spese dopo il fatto, i fiumi di parole di libri, giornali e speciali tv, risulteranno inevitabilmente vuote. Vuote come lo spazio lasciato da chi è andato incontro ad un destino spietato. Perché alla fine conta solo la cruda realtà, che ci racconta di un ponte crollato, di vite spezzate e, per i parenti delle vittime, di stimoli da trovare per andare avanti nonostante tutto e tutti.

Tutti ricordiamo benissimo dove eravamo quel giorno, il 14 agosto, e a quell'ora, le 11.36. Proprio come l'11 settembre, sono attimi che rimangono indelebili nella memoria delle persone. Di una comunità. Altri, invece, ricorderanno benissimo dove si trovavano il giorno prima. Oggi. Le storie di chi ci è passato, su quel ponte, poche ore prima. Di chi lo attraversava ogni giorno, il 13 agosto compreso. Ma non QUEL giorno. E chissà per quale strano scherzo del destino.

Il giorno prima tutto taceva. Tutto andava bene. I leoni da tastiera erano ancora rinchiusi nelle loro gabbie social in attesa di essere liberati. Le teorie non avevano né forma né colore. Poi, la scintilla. Il fattaccio. E tutto il resto.

Voglio ricordare il giorno prima.
Che pace, il giorno prima.

Nicola Seppone


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