Spiagge pubbliche a numero chiuso: la sfida parte da Alassio

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!

Oggi su tutti i giornali nazionali spazia la notizia: "Spiagge pubbliche a numero chiuso".
E a quanto pare la presunta "battaglia" parte proprio da un Comune famosissimo per le sue spiagge: Alassio. Ma guarda che bene.

Ma perché mai si dovrebbe regolamentare l'accesso ad una spiaggia pubblica?

I motivi sono tantissimi e ho perso il conto delle volte che ne ho parlato proprio qui, sul mio blog.
Si parte dall'igiene, la pulizia, il decoro, per giungere a ragioni di sicurezza dei bagnanti stessi. Insomma, si arriva a proporre (guardate un po'...) un sorta di "ticket democratico" per l'accesso alla spiaggia pubblica! Ma non è fantastico? La stessa identica cosa che ho ipotizzato giusto qualche giorno fa parlando dei tantissimi problemi che si palesano ogni anno nei nostri lidi liberi.

Ehi tu, giovanotto o navigato bagnante di una certa età della spiaggia libera, vuoi ancora piantare il tuo fantastico ombrellone alle 6 di mattina occupando il posto per l'intera giornata? Ti piacerebbe godere di uno stabilimento balneare attrezzato con bagni, docce, bagnino di salvataggio (che magari si occuperebbe di tenere in ordine e pulita la spiaggia...)? Vuoi davvero tutto questo? E lo vuoi gratis? E allora non hai capito un belino. Caccia le palanche, un bel "ticket democratico" e ti offro questi servizi.

I Sindaci di Alassio e di Laigueglia sentono il problema. E voglio ben vedere. Cassu.
Il sovraffollamento delle spiagge libere, unito a tutte le problematiche tipiche di questi luoghi (sporcizia, decoro che ciao è stato bello conoscerti, sicurezza), ha fatto scattare "l'allarme". Un po' come dire, attenzione, qui è il turismo che ci rimette. Ma il problema, poi, è anche dei turisti stessi!

Ma questa notizia, non vi sa un po' anche a voi di scoperta dell'acqua calda? Mumble mumble....

E allora ditemi: quanti di voi, amici milanesi e torinesi, sarebbero disposti a pagare una cifra "democratica" per usufruire di una spiaggia pubblica come si deve?

Il modello di riferimento sembrerebbe la famosissima spiaggia del Malpasso (a Finale) dove si paga un biglietto per accedere alla libera attrezzata. E buttateci un occhio quando passate da quelle parti: è sempre piena.

Infine vi propongo qui sotto una breve e freschissima (alcune foto sono di oggi) carrellata dei problemi presenti da anni sulle nostre spiagge libere: sporcizia, abusivismo commerciale e incauto abbandono di sdraio e ombrelloni, assai pericolosi per la sicurezza delle persone. Tra l'altro, come se non bastasse, è proprio la stessa ordinanza a vietare espressamente di lasciare incustoditi determinati oggetti nelle spiagge pubbliche. Cliccate QUI per leggere l'episodio accaduto giusto pochi giorni fa.

Forse qualcosa si muove. Oppure è soltanto un acuto derivante dal fatto che siamo in estate e i problemi sono sotto gli occhi di tutti? Chi lo sa. Nel frattempo, però, i problemi rimangono. E poco importa poi il solito "eeeehhhh roba vecchia, è così da sempre!" - peraltro verissimo - perché poi uno si domanda: è questa la direzione giusta per migliorare l'offerta turistica della nostra terra?

Altrimenti poi non lamentiamoci più del turismo ligure.
Perché arriva quello che ci meritiamo.

A se veghemmu bella gente! 

Nicola Seppone










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