“Evviva”. “Era ora!”. “Wow, finalmente!”. “Non mi pare vero”. “Evviva la demolizione” . Quanti commenti che si leggono in queste ore sotto al video - in qualche modo storico - che mostra la fine di uno scempio durato anni . Eppure, sono contrastanti le sensazioni che ho provato nel vedere le immagini di quella ruspa utilizzata per demolire quell’inqualificabile pilastro di cemento che da anni campeggia vicino al ponte della Madonnina , sul Maremola. Una liberazione da un lato, rabbia e amarezza dall’altro . Per anni, quando ancora vivevo stabilmente a Pietra, mi sono affacciato dalla finestra di casa che dà sulla Val Maremola immaginando quell’area finalmente libera da quella colata di cemento lasciata lì, vicino al letto del torrente, quasi come un monumento al fallimento . Oggi, quindi, non possono lasciarmi indifferente gli scatti di quella ruspa che abbatte quel mostro che per anni ha deturpato l’immagine della città , stridendo in modo incredibile con la bellezza del cen
Ci risiamo. "Forza Nuova", movimento di estrema destra, è tornato a colpire posizionando degli striscioni in alcuni punti "strategici" - come la sede di Anpi - della città di Savona ( medaglia d'oro al Valor Militare). Così arrivano le condanne e, soprattutto, le RICHIESTE DI CONDANNA per questi gesti. Ma per quale stramaledetta ragione è richiesta la PRONTA condanna per episodi del genere mentre per casi analoghi - ma a parti inverse - non si adotta la stessa logica, quasi quegli episodi fossero "più tollerabili", "meno gravi", "da condannare sì, ma un pochino meno"? Non è una domanda provocatoria. Quando qualche testa di cazzo di un centro sociale spacca la vetrina di un negozio o di un bar, per esempio, si fatica a intravedere, nella parte politica "di riferimento", il PRONTO sentimento di rigetto che, invece, è richiesto - a pena di condanna sociale - in un caso come quello di Savona. Se poi volessimo spinge
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