Angurie, meloni e vucumprà, la ricetta della felicità!
Despacito? Siete davvero sicuri che sia questo il tormentone dell'estate 2017? Vi farò ricredere.
1. Pietra Ligure. Siamo sulla via Aurelia durante un weekend estivo di giugno. Il camion del melonaro parcheggia lungo la strada scegliendo con attenzione dove posizionarsi: tipicamente vicino all'uscita di una spiaggia, di fronte alla stazione ferroviaria, e così via. L'intento, ovviamente, è quello di catturare la clientela on the road. L'uomo con la canotta rossa e la ciabattata Madigan solitamente è il loro "bersaglio" preferito. Per fare questo, a quanto pare, il melonaro deve necessariamente trasgredire qualche regola. La prima riguarda il codice della strada: il mezzo viene fermato sul marciapiede e nei casi più clamorosi prima delle strisce di attraversamento pedonale, oscurando la visibilità ai pedoni e ai veicoli in transito. Poi, essendo sul marciapiede, il veicolo ostruisce anche il passaggio del flusso di pedoni e carrozzelle. La sosta si prolunga per diversi minuti. A volte ore. Ripartendo, poi, il melonaro attiva il megafono e inizia a sbraitare per le vie della città sperando che qualcuno lo fermi per comprare. Piccolo problema: questa pratica, a volte, avviene anche nelle ore meno opportune, per esempio durante la classica pennichella pomeridiana. Una vera e propria gioia per le orecchie quella voce metallica incomprensibile a metà strada tra La Russa e E.T. telefono casa.
Questi sono fatti. Non sono allusioni. Sono scene che tutti (ma proprio tutti eh) vediamo quotidianamente lungo le nostre strade. Allora la domanda sorge davvero spontanea e dovrebbe essere soddisfatta con una risposta adeguata, senza nascondersi dietro alla solita frase "ma voi ce l'avete sempre con i vigili!": qualcuno mi spiega perché queste infrazioni, che avvengono sotto la luce del sole (ooo soleee o maaareee a pizzaaaaaaaa), non vengono regolarmente punite con una sanzione amministrativa come invece avverrebbe per un normale cittadino? Scusate ma se li vedo io, che passo per strada e magari incrocio per sbaglio uno di questi mezzi, come può non notarli anche una persona che è pagata per sorvegliare la regolarità del traffico?
Le mie non sono domande provocatorie ma sono semplici dubbi quotidiani di un cittadino. Anche perché poi è inutile lamentarsi delle lamentele: il senso di ingiustizia dei cittadini è tanto più forte quanto più si nota la differenziazione tra figli e figliastri. Andiamo sanzionati tutti con lo stesso metro. O no?
2. Pietra Ligure. Siamo sotto l'ombrellone e ci stiamo mangiando un pezzo di cocco bello cocco fresco e se non mangi il cocco bello non ti tira più l'uccello ecc. - ad un certo punto arriva lui, il solito vucumprà che vedi in spiaggia da quarant'anni. Belin, ha visto crescere i tuoi figli e ti chiede addirittura: "Uè figa guardalo lì il Brambilla, come sta il Matteo, ha finito la scuola?". Rimani basito perché neanche tuo figlio parla "il milanese" così bene. Questi ragazzi, mandati a vendere sulle spiagge, sono a loro volta sfruttati. È una storia vecchia. E pure triste. Il problema di fondo è l'abusivismo commerciale: queste persone vendono del materiale contraffatto: borse, scarpe, maglie, tutto quello che volete.
Qui sotto vi lascio la foto di un cartello che è stato fatto mettere dal comune di Pietra sulle spiagge per combattere (all'arrembaggiooooooooo!!!!!) il fenomeno e si legge: "La polizia locale sta sorvegliando la zona. Anche in abiti civili. La contraffazione è reato!!" (con due punti esclamativi, che fa più coatto). Uno che prosegue, leggendo il cartello, potrebbe dire: "Belin, questa è zona dello sceriffo, meglio starne alla larga!". Anche perché dopo si legge: "Se acquisti un prodotto falso danneggi l'economia, rischi la salute e sovvenzioni la criminalità organizzata. La violazione prevede l'applicazione di una sanzione per un importo da 100 a 7 mila euro. Ne vale la pena?" - cassu, l'effetto deterrente sembrerebbe aver colto nel segno!
Macché. Sapete com'è andata (e sta andando) alla fine? Di questi controlli, anche in abiti civili, non se ne vede nemmeno l'ombra (all'arremmmbbbbbbb boh). O quanto meno, pochi e inefficaci. Perché? Perché vi basta andare a farvi un giro vestiti con maschera, pinne e costumino per vedere il traffico di merce che passa ogni giorno tra i vucumprà e.....loro. Sì, la colpa è anche loro: I CLIENTI! Quelli che comprano. Ahhh sì, voi che cadete in tentazione per avere quella giacca griffata vorrei ma non posso..
Anche qui il cittadino, ormai da mille anni, si domanda: ma ragazzi, ma se arrivano ogni giorno con i treni e gli autobus, con la roba contraffatta nei sacchetti di plastica più grandi loro, ma perché non li bloccate nelle stazioni di arrivo? A cosa serve tutta questa sceneggiata di cartelli che non trova un riscontro pratico nella realtà e che è totalmente inutile ai fini della lotta all'abusivismo commerciale? Che poi è stupendo perché ogni tanto passa l'amico del cocco che dice ai vucumprà "occhio raga che c'è la finanza che gira in borghese!"...FANTASTICO!
Vogliamo davvero risolvere questi problemi? Allora l'amministrazione Valeriani (anche se non parlo solo di Pietra perché il problema è comune a molte città della riviera) deve usare il pugno durissimo. Non duro. Questi sono i veri tormentoni delle nostre estati. Sono situazioni fastidiose, consuetudinarie e inaccettabili. Si possono risolvere solo con volontà, costanza e fermezza.
E comunque Despacito ha rotto il cazzo.
1. Pietra Ligure. Siamo sulla via Aurelia durante un weekend estivo di giugno. Il camion del melonaro parcheggia lungo la strada scegliendo con attenzione dove posizionarsi: tipicamente vicino all'uscita di una spiaggia, di fronte alla stazione ferroviaria, e così via. L'intento, ovviamente, è quello di catturare la clientela on the road. L'uomo con la canotta rossa e la ciabattata Madigan solitamente è il loro "bersaglio" preferito. Per fare questo, a quanto pare, il melonaro deve necessariamente trasgredire qualche regola. La prima riguarda il codice della strada: il mezzo viene fermato sul marciapiede e nei casi più clamorosi prima delle strisce di attraversamento pedonale, oscurando la visibilità ai pedoni e ai veicoli in transito. Poi, essendo sul marciapiede, il veicolo ostruisce anche il passaggio del flusso di pedoni e carrozzelle. La sosta si prolunga per diversi minuti. A volte ore. Ripartendo, poi, il melonaro attiva il megafono e inizia a sbraitare per le vie della città sperando che qualcuno lo fermi per comprare. Piccolo problema: questa pratica, a volte, avviene anche nelle ore meno opportune, per esempio durante la classica pennichella pomeridiana. Una vera e propria gioia per le orecchie quella voce metallica incomprensibile a metà strada tra La Russa e E.T. telefono casa.
Questi sono fatti. Non sono allusioni. Sono scene che tutti (ma proprio tutti eh) vediamo quotidianamente lungo le nostre strade. Allora la domanda sorge davvero spontanea e dovrebbe essere soddisfatta con una risposta adeguata, senza nascondersi dietro alla solita frase "ma voi ce l'avete sempre con i vigili!": qualcuno mi spiega perché queste infrazioni, che avvengono sotto la luce del sole (ooo soleee o maaareee a pizzaaaaaaaa), non vengono regolarmente punite con una sanzione amministrativa come invece avverrebbe per un normale cittadino? Scusate ma se li vedo io, che passo per strada e magari incrocio per sbaglio uno di questi mezzi, come può non notarli anche una persona che è pagata per sorvegliare la regolarità del traffico?
Le mie non sono domande provocatorie ma sono semplici dubbi quotidiani di un cittadino. Anche perché poi è inutile lamentarsi delle lamentele: il senso di ingiustizia dei cittadini è tanto più forte quanto più si nota la differenziazione tra figli e figliastri. Andiamo sanzionati tutti con lo stesso metro. O no?
2. Pietra Ligure. Siamo sotto l'ombrellone e ci stiamo mangiando un pezzo di cocco bello cocco fresco e se non mangi il cocco bello non ti tira più l'uccello ecc. - ad un certo punto arriva lui, il solito vucumprà che vedi in spiaggia da quarant'anni. Belin, ha visto crescere i tuoi figli e ti chiede addirittura: "Uè figa guardalo lì il Brambilla, come sta il Matteo, ha finito la scuola?". Rimani basito perché neanche tuo figlio parla "il milanese" così bene. Questi ragazzi, mandati a vendere sulle spiagge, sono a loro volta sfruttati. È una storia vecchia. E pure triste. Il problema di fondo è l'abusivismo commerciale: queste persone vendono del materiale contraffatto: borse, scarpe, maglie, tutto quello che volete.
Qui sotto vi lascio la foto di un cartello che è stato fatto mettere dal comune di Pietra sulle spiagge per combattere (all'arrembaggiooooooooo!!!!!) il fenomeno e si legge: "La polizia locale sta sorvegliando la zona. Anche in abiti civili. La contraffazione è reato!!" (con due punti esclamativi, che fa più coatto). Uno che prosegue, leggendo il cartello, potrebbe dire: "Belin, questa è zona dello sceriffo, meglio starne alla larga!". Anche perché dopo si legge: "Se acquisti un prodotto falso danneggi l'economia, rischi la salute e sovvenzioni la criminalità organizzata. La violazione prevede l'applicazione di una sanzione per un importo da 100 a 7 mila euro. Ne vale la pena?" - cassu, l'effetto deterrente sembrerebbe aver colto nel segno!
Macché. Sapete com'è andata (e sta andando) alla fine? Di questi controlli, anche in abiti civili, non se ne vede nemmeno l'ombra (all'arremmmbbbbbbb boh). O quanto meno, pochi e inefficaci. Perché? Perché vi basta andare a farvi un giro vestiti con maschera, pinne e costumino per vedere il traffico di merce che passa ogni giorno tra i vucumprà e.....loro. Sì, la colpa è anche loro: I CLIENTI! Quelli che comprano. Ahhh sì, voi che cadete in tentazione per avere quella giacca griffata vorrei ma non posso..
Anche qui il cittadino, ormai da mille anni, si domanda: ma ragazzi, ma se arrivano ogni giorno con i treni e gli autobus, con la roba contraffatta nei sacchetti di plastica più grandi loro, ma perché non li bloccate nelle stazioni di arrivo? A cosa serve tutta questa sceneggiata di cartelli che non trova un riscontro pratico nella realtà e che è totalmente inutile ai fini della lotta all'abusivismo commerciale? Che poi è stupendo perché ogni tanto passa l'amico del cocco che dice ai vucumprà "occhio raga che c'è la finanza che gira in borghese!"...FANTASTICO!
Vogliamo davvero risolvere questi problemi? Allora l'amministrazione Valeriani (anche se non parlo solo di Pietra perché il problema è comune a molte città della riviera) deve usare il pugno durissimo. Non duro. Questi sono i veri tormentoni delle nostre estati. Sono situazioni fastidiose, consuetudinarie e inaccettabili. Si possono risolvere solo con volontà, costanza e fermezza.
E comunque Despacito ha rotto il cazzo.
Nicola Seppone
Grandissimo!
RispondiElimina