Sere d'estate dimenticate
Ci siamo. Anzi, ci risiamo. Il profumo dell'estate è nell'aria (tranne nel tratto tra Borgio e Finale, sull'Aurelia). Ce lo ricorda la musica, la radio inizia a passare i primi tormentoni. Nei weekend le strade che accarezzano le spiagge sono invase dalle auto e dalle moto con targa MI-TO. Le giornate si allungano. Per molti liguri la fine delle scuole coincide con l'inizio della stagione: perché noi, anche d'estate, lavoriamo forte.
Per chi vive al mare, come noi, questo periodo regala da sempre un mix unico di sensazioni, ricordi ed emozioni. Quante cose potremmo raccontare "ma ti ricordi quell'estate...", perché coincidono con momenti di vita particolari che hanno contrassegnato la nostra infanzia, la nostra adolescenza.
I tempi però sono cambiati. E non è soltanto il nostro punto di vista, di ragazzi cresciuti, che ora guardano gli altri da una prospettiva diversa. O quanto meno non è soltanto questo. È proprio diverso il modo di vivere l'estate.
Ma soprattutto erano così diverse le sere d'estate. E io, quelle, non le ho mai dimenticate. L'appuntamento con gli amici in piazza, un cono gelato con i pochi spiccioli che avevamo in tasca e poi via, a zonzo, a rifare decine e decine di volte lo stesso giro della città. Il profumo del mare si mescolava alla perfezione con il profumo della libertà e della vita. L'assenza della tecnologia che oggi ci ha reso schiavi era il passe-partout che apriva le porte verso avventure indimenticabili.
Si andava in giro con gli amici come i Chips, soltanto che eravamo a piedi. Era tutto un gioco di sguardi. Chi sarebbe stato più bravo a rompere il ghiaccio. Un bacio rubato, una chiacchierata di notte sulla spiaggia mentre le stelle nel cielo brillavano e la luna si specchiava sul mare piatto. Accanto a noi, poi, persone che non avremo mai più rivisto in vita nostra.
Uno pensa, ci si accontentava.
In realtà non è così.
Non era un accontentarsi.
Eravamo semplicemente felici.
Nicola Seppone
Per chi vive al mare, come noi, questo periodo regala da sempre un mix unico di sensazioni, ricordi ed emozioni. Quante cose potremmo raccontare "ma ti ricordi quell'estate...", perché coincidono con momenti di vita particolari che hanno contrassegnato la nostra infanzia, la nostra adolescenza.
I tempi però sono cambiati. E non è soltanto il nostro punto di vista, di ragazzi cresciuti, che ora guardano gli altri da una prospettiva diversa. O quanto meno non è soltanto questo. È proprio diverso il modo di vivere l'estate.
Ma soprattutto erano così diverse le sere d'estate. E io, quelle, non le ho mai dimenticate. L'appuntamento con gli amici in piazza, un cono gelato con i pochi spiccioli che avevamo in tasca e poi via, a zonzo, a rifare decine e decine di volte lo stesso giro della città. Il profumo del mare si mescolava alla perfezione con il profumo della libertà e della vita. L'assenza della tecnologia che oggi ci ha reso schiavi era il passe-partout che apriva le porte verso avventure indimenticabili.
Si andava in giro con gli amici come i Chips, soltanto che eravamo a piedi. Era tutto un gioco di sguardi. Chi sarebbe stato più bravo a rompere il ghiaccio. Un bacio rubato, una chiacchierata di notte sulla spiaggia mentre le stelle nel cielo brillavano e la luna si specchiava sul mare piatto. Accanto a noi, poi, persone che non avremo mai più rivisto in vita nostra.
Uno pensa, ci si accontentava.
In realtà non è così.
Non era un accontentarsi.
Eravamo semplicemente felici.
Nicola Seppone
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