Il misterioso antagonista dell'Outdoor. Tratto da una storia vera.

Questa è una storia. Una storia che fa paura. No dai, scherzo. Ma questa è una storia che, quanto meno, ha dell'incredibile. O, se preferite, del paradossale.

Siamo in Liguria, in provincia di Savona e, più precisamente, nell'entroterra di Pietra Ligure. Un gruppo di persone si arma di attrezzi, buona volontà e molta pazienza ed inizia a ripulire i sentieri dimenticati. Strade, prima inesistenti, prendono vita e conducono sportivi e semplici turisti alla scoperta di un territorio rimasto sinora dell'ombra, anche perché ha sempre dovuto fare i conti con l'egemonia del mare. Un tempo Jo Squillo cantava "...siamo donne oltre le gambe c'è di più" e in un certo senso, parafrasando, la musica, qui, suonerebbe così: "...siamo la riviera ligure, oltre il mare c'è di più".

L'outdoor!

Quanti luoghi nel mondo hanno la fortuna di poter offrire mare - campagna - montagna nell'arco di pochi km? Pochissimi. La missione quindi è semplice, quanto meno nelle intenzioni: ridare vita ad un territorio dimenticato per mescolare la bellezza del mare con il fascino di una passeggiata o un giro in bicicletta sulle alture e nei sentieri del nostro entroterra. Un viaggio fra le bellezze della nostra terra finalizzato, anche, alla destagionalizzazione dell'offerta turistica.

Un modo, voi direte, per far contenti tutti: sportivi, turisti occasionali, imprenditori del settore che vedrebbero un flusso di turisti spalmato per 365 giorni l'anno. Prese in giro (reciproche) a parte, quanto vale per un bar, un agriturismo, un albergatore, uno stabilimento balneare e potrei continuare all'infinito, la presenza di un turista disposto a soggiornare (spendere) da queste parti?

Questa storia, però, deve momentaneamente fare a meno dell'happy ending. Una buona trama non può prescindere da un antagonista. Un volto senza nome? Un nome senza volto? Oppure un semplice guastafeste che prende il nome di "cagacazzo"?


Chi lo sa, il nostro antagonista è misterioso. Agisce nell'ombra. Non si mostra. Ma c'è. Esiste. Le sue azioni si appalesano, per esempio, vanificando gli sforzi di quelle persone che magari hanno costruito una cartellonista per guidare gli sportivi nei vari sentieri che via via prendono forma ogni giorno.

Un gioco di ombre. Eppure il profilo del nostro antagonista sembra piuttosto chiaro. Perché magari, questa figura misteriosa, ci tiene (o quanto meno pensa di tenere) al suo territorio. Ci tiene così tanto che lo crede suo e vede, in ogni gesto diverso dalla normale routine, un atto di "violenza" nei confronti dell'ambiente.

E il paradosso è tutto qui.

Perché dietro al lavoro di queste persone (oltre al tempo e al denaro), ci sono intenti genuini disinteressati, dettati nella maggior parte dei casi dalla passione per uno sport o da una semplice forma di senso civico di chi vive e ama la sua terra. Non si può continuare a pensare male di tutto e di tutti perché esistono storie belle che a volte vanno raccontate proprio per levarci dagli occhi l'immagine di un mondo meschino.

Non ne ho ancora parlato, ma la sinergia con i Comuni e le istituzioni del territorio è presente e costante. Insomma, anche in un'opera ammirevole come questa occorre coordinamento e rispetto delle leggi. E qui, tutto ciò, non manca.

Ma allora perché il nostro antagonista si frappone tra il lavoro di alcuni volontari e appassionati e la valorizzazione del territorio, che sicuramente in parte è anche un po' suo (appartenendo a tutti)?

Chissà, magari il nostro antagonista, alla fine di questa storia, capirà che stiamo giocando tutti quanti nella stessa squadra. A volte basterebbe parlarsi (capita in amore, capita in amicizia, capita spesso nella vita di non capirsi perché semplicemente non ci si parla o ci si parla poco, e male).

Da una parte la porta sembra spalancata. Quindi entra, misterioso antagonista. entra! Puoi contribuire anche tu a migliorare ciò che in parte è anche tuo!

Nicola Seppone

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