Ha vinto la canzone “politicamente” più conveniente per mamma Rai

È solo una questione di gusti. Musiche, testi, interpretazioni. La canzone di Mahmood può piacere, può non piacere, ma non è questo il punto. Sanremo non è soltanto il festival della canzone italiana. Sanremo è uno spaccato della società italiana. Da sempre.

Il vincitore della sessantanovesima edizione è salito sul gradino più alto del podio grazie ai voti delle giurie (e non del televoto, dove è arrivato “soltanto” terzo). Quest’anno, tra l’altro, la competizione canora si era aperta con le polemiche tra Baglioni e Salvini, e dato che mamma Rai stupida non è, e visto che cavalcare l’onda delle polemiche, spesso, paga (in tutti i sensi, “soldi, soldi, soldi” compresi), perché non premiare un concorrente che - e lo stiamo vedendo proprio in questi minuti - farà sicuramente discutere e scatenerà la consueta bagarre social? 

Basta fare un salto sul profilo facebook di Salvini, guardare i commenti sotto al suo ultimo post e...bingo! La gallina dalle uova d’oro di viale Mazzini, anche nella sua annata meno convincente, ha fatto di nuovo centro, e con  il 56,5% di share (pari a circa 10,6 milioni di italiani incollati allo schermo durante la finale), la rete ammiraglia dell’azienda pubblica può mettere nel cassetto un altro successo.

Insomma, alla fine agli italiani Sanremo piace. Anche quando non piace. 

PS e comunque la mia classifica è Bertè, Ultimo e Cristicchi (quest'ultimo alla pari con Turci).

Nicola Seppone



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